Nota, dal punto di vista storico-architettonico, come “Villa Sansedoni”, sorge in località Basciano su una collina distante circa quattro miglia a nord di Siena, nel comune di Monteriggioni. E’ un insieme di edifici concepiti in modo coerente ed organico costituiti dalla villa padronale e da un complesso di anessi (casa, oliviera, granai, tinai, capanna, stalla) con cappella gentilizia.
La villa è preceduta da un ampio giardino diviso in due settori dal viale di accesso centrale all’asse dell’edificio ed è situata lungo la strada come è caratteristico delle costruzioni del XVIII secolo. Sul retro della villa c’è un boschetto digradante sulla collina e la contrapposizione tra boschetto e giardino corrisponde al gusto scenografico del tempo. Questa area verde si estende complessivamente per 2455 metri quadri.
L’edificio è a pianta quadrangolare e si sviluppa su due piani più il piano delle soffitte. I fianchi hanno i muri a leggera scarpa e ciò indica come la costruzione sia stata eseguita su un edificio più antico. La facciata presenta un porticato con soprastante loggiato, entrambi a tre arcate.
Al piano terreno oltre all’atrio che si apre nel porticato, e da cui si accede alla scala di collegamento con il piano superiore, si trovano due saloni e i locali di servizio (427 mq. ripartiti in 10 vani).
Al primo piano, dalla scala a due rampe in travertino, si accede alla sala dove si apre il loggiato. Da qui si passa in un ampio salone centrale che a sua volta immette in due salottini che sfociano in una galleria a vetri (Galleria dei busti) che guarda sul boschetto. Le ali laterali sono occupate da una serie di camere (una superficie totale di 425 mq. che comprende il salone e altre 9 stanze). Le diverse decorazioni degli ambienti risalgono prevalentemente al periodo di costruzione dell’edificio. Al secondo piano, su una superficie di 225 mq., si trovano 9 vani.
La villa fu costruita nel 1750 dal cavaliere Giovanni Sansedoni. Nel 1831 passò a Eleonora Cennini, moglie del cavaliere Sansedoni e successivamente, nel 1839, in usufrutto ai nipoti della stessa Eleonora, Luisa Terrosi e Alibrando Parigini. Il definitivo passaggio ai Parigini avvenne nel 1847, finché nel 1954 l’Amministrazione Provinciale di Siena acquistò l’immobile dagli eredi degli stessi Parigini.